CONTRADA LAMIE DI OLIMPIA - VITA RELIGIOSA-CONTRADA LAMIE DI OLIMPIA
I SANTI VENERATI
NELLA PARROCCHIA
La chiesa della contrada Lamie di Olimpia è intitolata alla Santa Famiglia e come parrocchia raggruppa le comunità delle contrade di Lamie di Olimpia, Uacella, Francischiello, Neglia, Rizzi, Pasqualone, Papariello, Trito (dove è situata un’altra chiesa), Serralta, Pantaleo e da qualche anno comprende anche una zona del territorio di Fasano che va dalla via delle Ginestre fino alla contrada Laureto – Torre delle Guardie. Nella chiesa oltre ad essere venerata la Santa Famiglia, sono collocate le statue di Sant’Antonio da Padova, Maria Addolorata, i Santi Medici, la Madonna del Pozzo e Maria Immacolata. Il culto della Sacra Famiglia si sviluppò particolarmente nel secolo XVII sotto la forma di pie associazioni aventi come fine la santificazione delle famiglie cristiane sul modello di quella del Verbo incarnato. Questa devozione, introdotta nel Canada dai Padri della Chiesa della Compagnia di Gesù, non tardò a propagarsi rapidamente grazie allo zelo di San Francesco di Montmorency – Laval, primo vescovo di Quebec.
LA SANTA FAMIGLIA
Il virtuoso prelato, con il suggerimento e il concorso del Padre Chaumonot e di Barbara di Boulogne, vedova di Luigi d’Allebout di Coulonges, antico governatore del Canada, eresse nel 1665 una Confraternita di cui egli stesso ebbe cura di stendere i regolamenti, e poco tempo dopo istituì canonicamente nella sua diocesi la festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe, disponendo che ci si servisse della Messa e dell’Ufficio che aveva fatto comporre per tale circostanza. (Gosselin, “Vie de Magr. De Laval, I, e. 27).
Due secoli più tardi, davanti alle crescenti manifestazioni della pietà dei fedeli riguardo al mistero di Nazareth, il papa Leone XIII, con il Breve “Neminem fugit” del 14 giugno 1892, istituiva a Roma l’associazione della Sacra Famiglia con lo scopo di unificare tutte le Confraternite costituite sotto lo stesso nome. L’anno seguente, lo stesso Sommo Pontefice decretava che la festa della Santa Famiglia si celebrasse nella Terza Domenica dopo l’Epifania dovunque era stata concessa , e la dotava d’una nuova Messa e d’un Ufficio di cui egli stesso aveva voluto comporre gli inni. Infine Benedetto XV, nel 1921, rendeva obbligatoria la festa in tutta la Chiesa, e la fissava per la Domenica tra L’ottava della Epifania. Con il Concilio Vaticano II la Festa della Santa Famiglia fu spostata alla domenica successiva al Natale e quando cade nel mese di Gennaio la festa si celebra il 30 dicembre.
SANT’ANTONIO DA PADOVA
Sant’Antonio è nato in Portogallo, a Lisbona, nel 1195. Una tradizione barocca indica la data del 15 agosto . era figlio di nobili. Furono la mediocrità morale, la superficialità e la corruzione della società a spingerlo ad entrare nel monastero agostiniano si Sao Vincente, fuori dalle mura di Lisbona, per vivere l’ideale evangelico senza compromessi. A Santa Cruz Fernando fu ordinato sacerdote, probabilmente nel 1220. Anche per il giovane Fernando venne disattesa la norma ecclesiastica che fissava a un minimo di 30 anni l’età di avere accesso al sacerdozio.
A Rimini, nel 1223, ha luogo l’episodio riportato dalla tradizione, secondo il quale Sant’Antonio vince la testardaggine di un eretico che non voleva credere nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Durante gli ultimi anni della sua vita, trascorsi a Padova Sant’ Antonio predicava giornalmente, prendendo spunto dai testi offerti dalla liturgia.
I luoghi in cui predicava diventano sempre meno capienti nel contenere la moltitudine crescente di gente che affluiva a grandi schiere. Si riunivano nelle piazze, ma queste pure si mostrarono anguste pertanto Sant’Antonio si vide costretto a parlare fuori dalle città, in mezzo ai prati. Nobili e popolani, donne e uomini, giovani e vecchi, praticanti fervorosi e persone indifferenti o “lontane”, galantuomini e mariuoli, ecclesiastici e laici si disponevano in ordine sparso, aspettando con pazienza l’arrivo dell’uomo di Dio.
Nel 1231, Antonio fu colto da un malore. La morte lo colse in un viaggio nei pressi di Arcella, un borgo della periferia della città. Spirò mormorando: “Vedo il mio Signore”.
Era il venerdì 13 giugno. Aveva 36 anni. Un anno dopo la sua morte la fama dei tanti prodigi compiuti convinse Gregorio IX a bruciare le tappe del processo canonico e a proclamarlo santo il 30 maggio 1232, a soli 11 mesi dalla sua morte.
MARIA ADDOLORATA
Il nome Maria Addolorata è stato attribuito alla Vergine Maria per la sua compartecipazione ai dolori del Cristo. Il culto dell’Addolorata sorse per opera di Sant’Anselmo (monaco e santo morto nell’803) e per opera di San Bernardo (santo, dottore della Chiesa nato nel 1090 e morto nel 1153). Si sviluppò in concomitanza con la fioritura delle “laudi” (componimento poetico di argomento religioso e popolare) e la fondazione dei Servi di Maria (Serviti: ordine religioso fondato nel 1240 da sette mercanti fiorentini, secondo la regola di Sant’Agostino).
La festa dell’Addolorata cade il 15 settembre. Circa trent’anni or sono la statua di Maria Addolorata, custodita nella Chiesa di Lamie di Olimpia, era ornata di collane in oro ed anelli che alcune donne del circondario, devote avevano offerto. Una sera alcuni ladri, approfittando del forte vento che copriva il rumore dei loro movimenti , forzarono la serratura della porta della sacrestia ed entrarono in chiesa, rubando tutto quello che trovarono di valore, tra cui le collane e gli anelli posti sulla statua. Da allora è stato sconsigliato offrire oggetti di valore e ornamento alle statue.
S.S. MEDICI COSMA E DAMIANO
Le notizie in possesso circa la vita dei SS. Medici sono frammentarie e senza dubbio arricchite da devota fantasia, di certo si sa che subirono il martirio a Kyros in Siria, probabilmente durante la prescrizione di Diocleziano, agli inizi del secolo IV. Si hanno dedicazione di chiese e monasteri a Costantinopoli, in Asia Minore, in Bulgaria, in Grecia, a Gerusalemme. I loro due nomi sono stati pronunciati infinite volte, sotto tutti i cieli, ogni giorno a partire dal VI secolo, nel Canone della Messa, che dopo gli Apostoli ricorda i dodici martiri, chiudendo l’elenco appunto con i loro nomi: Cosma e Damiano. Poco si sa invece della loro vita. Si narra che fossero due fratelli, a si tratta soltanto di un’opinione.
Sempre dalle leggenda apprendiamo che i due fratelli “cacciavano tutte le malattie, non solamente dagli uomini, ma anche dalle loro bestie, facendo tutto in dono”, ecco perché vennero definiti “medici senza argento”. Solo una volta Damiano, contravvenendo alle regola di carità, accettò la remunerazione di tre uova da una donna da lui curata, di nome Palladia,e ciò provoco un severo rabbuffo da parte del fratello che offeso chiese di non essere sepolto accanto a lui dopo la morte. Infatti dopo la loro decapitazione i loro corpi furono deposti lontano uno dall’altro. Un cammello, assumendo voce umana, gridò a gran voce di riunire i due fratelli, poiché Damiano, accettando il modesto onorario di Palladia, l’aveva fatto in nome della carità, per non umiliare la donna.
Detto prodigio, tuttavia, non era che l’ultimo in ordine di tempo, condannati alla lapidazione, le pietre rimbalzavano contro i persecutori. Posti al muro per essere saettati da quattro cavalieri, che con tutte le loro malvagie intenzioni non riuscirono a far loro alcun male.
Si dovette ricorrere alla spada per la decapitazione, onore riservato ai cittadini romani, e soltanto così i due martiri, insieme ad altri tre fratelli, poterono rendere la loro testimonianza a Cristo.
Cosma – Cosima/ Cosimo. Il nome deriva dal greco “Kosmios” e significa “ben ordinato”. L’onomastico viene per tutti festeggiato il 26 settembre in onore di San Cosma del fratello Damiano. Sono patroni dei medici, dei barbieri, dei chirurghi, dei parrucchieri, dei dentisti e dei farmacisti.
MADONNA DEL POZZO
Diversi sono i Santuari nei quali si venera la Madonna del Pozzo. Uno di questi Santuari è quello di Capurso.
L’origine del Santuario risale all’agosto del 1705. Un prete di Capurso, don Domencio Tanzella,in gravissime condizioni di salute sembra ormai spacciato. Una notte imprecisata di quel mese di agosto, la Madonna appare al sacerdote dicendogli che sarebbe subito guarito se avesse bevuto dell’acqua dall’antico pozzo detto di Santa Maria e avesse fatto foto di erigere una Chiesa con annesso Convento dei Frati Francescani. Fiducioso nelle parole della Madonna che gli è apparsa, il sacerdote beve l’acqua del pozzo e guarisce all’istante.
L’ultima domenica di agosto, volendo rendersi conto del miracolo della propria guarigione, don Tanzella si reca con il fratello e con altri due amici a visitare il “Pozzo di Santa Maria”.
I quattro amici scendono con una scaletta a pioli; nella difficoltà della discesa, le candele che hanno tra le mani, cadono nella poca acqua, ma continuano tranquillamente ad ardere e a fare luce. Il fatto li incuriosisce e li sprona ad ispezionare attentamente le pareti del pozzo. Sull’intonaco, dalla parte verso il Mezzogiorno, scoprono una bellissima immagine della Madonna, in stile bizantino, che li guarda sorridente.
Decidono quindi di far staccare la delicatissima immagine dal muro. Ed avviene un altro prodigio. L’immagine, staccatasi intatta dalla parete del pozzo, galleggia sull’acqua e può essere raccolta dalle mani del sacerdote che, con grande commozione, deposita il prezioso dipinto nella sagrestia della chiesa che sta costruendo.
La fama del miracolo della guarigione del Tanzella e del rinvenimento dell’immagine, nonché di altri miracoli che la Madonna del Pozzo opera in pochi gironi, da quando è esposta alla pubblica venerazione, si diffonde rapidamente in terra di Bari ed ottengono segnalate grazie.
Tra i primi miracoli è ricordata una certa Caterina, moglie di Oronzo Maffiola, da lungo tempo impossibilitata a camminare, tanto che è conosciuta con il soprannome di “Caterina la storpia”.La notizia che la Madonna del Pozzo fa miracoli, si reca con fede nella piccola sacrestia dove è esposta l’immagine della Madonna ed implora la grazia. Improvvisamente avverte una nuova vigoria nelle gambe, si erge in piedi, muove i primi passi e si trova totalmente guarita.